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Zelda Tears of the Kingdom: parliamo dei 10

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Che The Legend of Zelda Tears of the Kingdom avrebbe preso moltissimi perfect score (10 su 10 o 100 su 100 a seconda dei casi) non era di certo imprevedibile, voti spesso molto criticati in quanto li si accusa di deviare l’attenzione del lettore da quella che, in teoria, dovrebbe essere il cuore pulsante di una recensione: l’analisi critica di chi la scrive.

Il punto oggi però è un altro: cosa succede quando arriva un gioco estremamente superiore a tutto il resto, in un ambito come quello videoludico nel quale i prodotti vengono appunto spesso valutati con un voto? Cerchiamo di capirlo

Zelda Tears of the Kingdom potrebbe ridefinire la scala da 1 a 10

Per capire appieno questo discorso, nato proprio dall’uscita di Zelda Tears of the Kingdom, bisogna fare un passo indietro e tornare a 6 anni fa, quando a inizio 2017 uscì Breath of the Wild. Il precedente titolo della serie ottenne a sua volta una sequela paurosa di 10, una cosa che per certi versi già si era vista ma che per altri risultava inedita. Il motivo? Quella volta i 10 furono sensibilmente più del normale.


Un risultato che dipendeva da tanti fattori ma il principale, perlomeno a mio avviso, è che Breath of the Wild scosse con decisione un panorama videoludico un po’ troppo piatto, per assurdo in un 2017 che passò poi alla “storia” come il miglior anno videoludico dalla fine degli anni ’90. Un anno nel quale quasi tutti i titoli usciti potevano tranquillamente essere visti come Goty in tante altre annate, ma se esci assieme a Botw ti rassegni in partenza.

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Fonte (Nintendo)

Pensavamo tutti che fosse impossibile migliorare significativamente Botw, e quando venne annunciato Zelda Tears of the Kingdom si pensò subito a una sorta di more of the same. Qualche ribilanciamento, magari qualche novità qui e lì, una componente narrativa di maggior spessore e finita la pratica. Intendiamoci, non ci sarebbe stato nulla di male nel fare un more of the same, un sequel diretto, di un gioco andato così bene, e in cuor nostro sapevamo benissimo che surclassare Botw era impossibile. Sarebbe assurdo pensare che Zelda Tears of the Kingdom faccia sembrare Botw una demo… vero?… giusto?… ah già!

Beh, che si fa quando l’ultimo grande 10, il più potente 10 della storia recente dei videogiochi, potente al punto da rendere questo voto praticamente unanime, viene effettivamente obliterato da un altro gioco? Lasciamo perdere che sia proprio il sequel, in una perfetta citazione della celebre frase “io t’ho creato, io te distruggo” (essendo lo stesso team), è un discorso che sarebbe valso anche se non fosse stato Zelda Tears of the Kingdom il gioco in questione.

Beh anzitutto gli dai 10, e fin qui ci siamo, ma poi che si fa con il resto? Perché intendiamoci, da adesso in poi qualcosa deve cambiare eh! Praticamente è come se in una squadra ci fosse un giocatore fortissimo ma poi entrasse nello spogliatoio Messi, o Cristiano Ronaldo o chi meglio ritieni loro pari. Se poi quello che era visto come un giocatore da 10 ne esce ridimensionato, così deve essere anche per gli altri.

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Seguendo questo esempio, da adesso i 10, i 9.5 e così via sarebbe il caso di smettere di regalarli perché il voto non è un capriccio, è un dovere. Quando lo si da, la propria disamina deve combaciare con il voto, altrimenti si decide di non darlo e sarebbe comunque legittimo (anche se, pure in quel caso, solo fintanto che la critica abbia una direzione chiara).


Ovviamente sarebbe pura follia mettersi a ragionare a cascata su tutte le release avute finora, la valutazione di quei titoli fotografa la situazione videoludica di quel momento, si parla del dopo (una sorta di avanti Totk e dopo Totk). Nel dopo Totk, che è quello che ora interessa a noi, se si decide di adottare i voti si dovrà fare moltissima attenzione, perché ora più che mai hanno un peso pari a quello di un macigno. Occhio a cosa mettiamo sullo stesso piano dell’attuale 10 di riferimento d’ora in poi, o rischiamo di mandare gli utenti al manicomio.

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Chi l'ha scritto?

Alessio Fuscà

Videogiocatore incallito da 17 anni, gioco al VGC di Pokémon dal 2017 e sono alla mia seconda qualificazione ai Mondiali di seguito. I videogiochi sono la mia passione e nella vita faccio il Game Designer come lavoro principale.