Sonic Frontiers esce domani e chi storicamente ha seguito il percorso del celebre porcospino, soprattutto negli ultimi anni, sa bene quanto sia importante per questo titolo non essere un flop.
Sin dall’annuncio, l’aria che si respirava per questa nuova iterazione era mista tra grande ottimismo e pesante diffidenza, e sta a Frontiers imporsi come il riscatto definitivo del brand. Come mai? Vediamolo insieme!
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Sonic Frontiers per cancellare un passato recente difficile
Definire travagliati gli ultimi 16 anni del brand di Sonic sarebbe davvero riduttivo, a causa di release dalla qualità non sempre all’altezza delle aspettative e una progressiva mancanza di interesse, da parte dell’utenza, nei confronti del porcospino più iconico del mondo dei videogiochi. Sonic Frontiers insomma viene al termine di un ciclo infelice per Sega e la sua mascotte.
Tutto è iniziato nel 2006 con il primo grosso passo falso, ossia Sonic The Hedgehog per PlayStation 3 e Xbox 360 (conosciuto anche come Sonic 06). Un titolo ambizioso ma pieno di problemi tecnici figli di tantissima sfortuna nel corso dello sviluppo, dato che il team dietro alla sua creazione è stato colpito da numerosissime defezioni considerevoli (su tutte l’abbandono di Yuji Naka e di una sostanziosa fetta dello staff che lo hanno seguito in Prope). Tutt’ora si discute se si potesse comunque salvare in un modo migliore la situazione, magari con qualche slittamento della finestra di lancio prevista a fine 2006, però ai tempi non era una pratica comune come oggi il rimandare un gioco a poco tempo dall’uscita.
La storia del prima e del dopo il lancio di Sonic 06 è davvero lunga e travagliata, non basterebbero due editoriali per parlarne, ma ti basti sapere che la situazione era paragonabile se non peggiore a quella vista con Cyberpunk al lancio. Dico peggiore perché, anche se il gioco perlomeno girava correttamente, era tempestato di bug e di problemi tecnici che ne minavano quasi del tutto la godibilità. Se pensi che poi Sega stessa ha da anni rimosso 06 da tutti gli store digitali, beh, il tutto risulta ancora più palese.
Non si sta però arrivando a Sonic Frontiers con 06 come unico passo falso, ce ne sono stati diversi altri di titoli decisamente poco convincenti. I più grossi inciampi successivi però sono senza dubbio Sonic Boom, Sonic Forces e anche i problemi avuti al lancio da Sonic Colors Ultimate (con qualche bug di troppo al day 1).
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Boom era un gioco che con il vero Sonic aveva ben poco a che fare, dato che era tratto dall’omonima serie animata. Sonic Boom: l’ascesa di Lyric, questo il nome completo, è forse il gioco di Sonic più mediocre dopo 06 nell’era moderna e peraltro lo giocarono in pochissimi, avendo avuto un lancio in esclusiva per Nintendo Wii U. Anche in questo caso ci sarebbero moltissime cose da dire, ma ne verrebbe fuori una disamina interminabile.
A chiusura del cerchio abbiamo Sonic Forces, che dei 3 macro flop del porcospino blu non è di certo il peggiore ma sicuramente non è un gioco che brilla di luce propria. Potremmo definirlo la fotografia dello stato di Sonic nell’ultimo decennio e mezzo, un brand che sfornava giochi regolarmente ma quasi mai titoli must have o particolarmente ispirati. Si fece molto leva sulla creazione di un personaggio personalizzato, ma non era un’aggiunta degna di nota o che migliorava concretamente l’esperienza di gioco.
Capirai bene che al termine di un ciclo del genere, con alcuni passi falsi pesanti e forse con Sonic Mania come unico vero diamante nel percorso, Sonic Frontiers è chiamato a prendersi una grande responsabilità. Deve necessariamente rappresentare il riscatto definitivo per Sonic, il punto di ripartenza che si aspetta con ansia dal 2006, l’essere quello che nessuno tra Boom, Forces, 06 e i restanti titoli usciti è riuscito a essere. Ci auguriamo ovviamente che possa essere così, perché Sonic stavolta proprio non può sbagliare!
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