Ho provato per alcune ore Horizon Forbidden West, nuovissima esclusiva PlayStation 5 e PlayStation 4, che aveva come obiettivo quello di migliorare la formula di Horizon Zero Dawn e far respirare in modo deciso l’aria di next-gen il parco titoli Sony. Premesse ambiziose sì, ma senza esagerare.
Potremmo dire che Horizon Forbidden West sia un grandissimo, “more of the same”. Nulla di stravolgente rispetto al primo capitolo, bensì un titolo che incarna appieno il concetto di sequel in ogni sua accezione positiva. Ecco perché!
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Horizon Forbidden West è un gran bel sequel
Il numero di ore che ho passato su Horizon Forbidden West sono ancora poche, soprattutto se consideriamo che potrebbero servirne quasi centinaia per completarlo come si deve, ma i videogiochi fatti bene si riconoscono spesso a primo impatto. La prima impressione che da è quella di un gioco davvero molto solido, quadrato e che fa bene tutto quello che deve fare bene.
Da principio si tratta di un action game, quindi il 60% del lavoro lo fa il gameplay, il feedback dei comandi e in generale il feeling mentre si combatte. Da questo punto di vista, Horizon è praticamente perfetto. Lo era anche il primo capitolo sotto tanti punti di vista, ma Horizon Forbidden West può contare su una cosa che Zero Dawn non aveva: il supporto nativo del DualSense.
Giocare a Horizon Forbidden West è una gioia per le mani, a differenza di molti altri titoli non esagera con la resistenza dei grilletti né con vibrazioni eccessive, si limita a dare micro feedback tattili in modo chirurgico senza mai strafare. Però sono feedback funzionali, che ti fanno sentire dentro al gioco senza limitare la fluidità delle tue azioni, davvero un ottimo lavoro!
Ottimo anche il potersi finalmente arrampicare un po’ ovunque, con punti di appiglio estremamente più numerosi e non più vincolati ai soli bordi di materiale giallo. Il “giallo”, però così dire, ora è spesso visualizzato tramite il focus e riempie molte delle pareti rocciose e non. Si avvicina molto meno a un Far Cry e molto di più a uno Zelda Breath of The Wild, anche se a differenza del colosso Nintendo qui non è possibile appendersi proprio ovunque. Poco male però, si tratta comunque di un enorme passo avanti rispetto a Zero Dawn.
Migliorata moltissimo anche la quality of life, con un HUD molto ripulito, meno invasivo e più funzionale da utilizzare. Un altro miglioramento tecnico è sicuramente quello relativo alle animazioni facciali, siamo passati da personaggi che sembravano imbalsamati a un’espressività molto convincente. Aloy poi è molto più credibile, l’effetto simil trucco è quasi scomparso e non sembra più lucida, cosa che unita alle migliori espressioni la rende ancora più vera (e ignora chi si lamenta di come sia meno femminile, è fuffa).
E poi le macchine…
Piccolo discorso a parte per quanto riguarda le macchine, assolutamente migliori e meno legnose rispetto a Zero Dawn. Le macchine di Horizon Forbbiden West sono belle, fluide, per certi versi molto più minacciose e meno ingenue di prima. Non si fanno fregare troppo facilmente, bisogna essere bravi a coglierle di sorpresa (soprattutto a difficoltà più elevate).
Anche a livello di Design sono nettamente migliorate, alcune fanno sincera impressione e generalmente sono sensibilmente meno anonime, come è giusto che sia. In definitiva un miglioramento su tutta la linea, ovviamente molto gradito e soprattutto atteso.
Per un giudizio finale aspetterò ovviamente di finire Horizon Forbidden West, perlomeno la main quest, ma se la qualità rimane questa (e anzi sono sicuro aumenterà) difficilmente si potrebbe rimanere delusi. Prima vera bomba sganciata su PlayStation 5 (e 4) da Sony, forse ancor migliore come risposta alla concorrenza rispetto a qualsiasi acquisizione.
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