Negli ultimi giorni un video di Dadobax, youtuber italiano che tratta di videogiochi, ha innescato un’interessantissima discussione sulla differenza tra critici e semplici appassionati, ovviamente in contesto videoludico.
Tutto nasce appunto da un suo video, motivo per il quale l’ho citato come “fonte” per così dire, dove dichiara apertamente di non riconoscersi come critico videoludico, in quanto non si trova in linea con certi meccanismi intrinsechi della critica odierna. Non perdiamo altro tempo e vediamo anzitutto cosa ha detto Dadobax e poi, successivamente, cosa ne penso io a mia volta da critico (e da Game Designer).
Che cosa dice Dadobax?
Per riassumere il contenuto del video, che puoi anche guardare integralmente dal player qui sotto, Dadobax dice che non si rispecchia nella costante ricerca dell’oggettività in un’analisi critica e, successivamente, che non si trova d’accordo con il pubblicare una recensione per forza al Day 1. Se sul secondo argomento si potrebbe anche opinare, il primo non ha il minimo senso logico, perché vuol dire a priori non aver capito nulla di che cosa è un’ analisi critica. Quindi rispondiamo a questa domanda, cos’è davvero un’analisi critica?
Stando banalmente al lessico, una critica è (cito testualmente dalla definizione esatta): “L’attività del pensiero impegnata nell’interpretazione e nella valutazione del fatto o del documento storico o estetico ( c. storica, c. letteraria ), o delle stesse funzioni e contenuti dello spirito umano, dal punto di vista gnoseologico e morale ( c. filosofica ; la c. della ragion pura, della ragion pratica )”
Interpretazione o valutazione, ed essendo anche la sola interpretazione un qualcosa di personale, non definirsi critico perché non si cerca forzatamente l’oggettività non vuol dire nulla. Un’analisi critica di un videogioco, quindi, deve consistere per definizione in una presa di coscienza del contenuto del prodotto, ossia l’analisi, e poi in una valutazione di questo contenuto sulla base di competenze, conoscenze o esperienze pregresse.
Quindi essere oggettivi è ufficialmente impossibile? Sì e no, nel senso che sicuramente non lo si può essere con ogni aspetto di un gioco ma, di contro, tanto più ampie sono le proprie conoscenze tanto più si possono rilevare fatti oggettivi. Il fatto che un’arma in un fps sia esageratamente più forte, il fatto che un boss abbia un numero di HP eccessivo, il fatto i punti esperienza guadagnati in un GDR sono troppi o troppo pochi e così via.
Ci sono poi cose soggettive, come il divertimento provato giocando, dato che nulla è intrinsecamente divertente o noioso di norma. Non è però obbligatorio fare questa distinzione in una critica, perché magari quell’arma che fa molti danni non la vedi come un problema e quindi non la sottolinei; magari quel boss con molti HP lo hai battuto con 7 colpi critici di fila, quindi non ti è sembrato inutilmente lungo come combattimento.
Le differenze nella critica
Ci sono enormi differenze tra fare una recensione, un’analisi critica, su un sito piuttosto che su un canale Youtube personale. Nel secondo caso le persone spesso ti danno ascolto perché sei tu, non perché cercano una recensione. Ti puoi quindi permettere di uscire in ritardo, a differenza di un sito che punta più sul contenuto che sulla singola persona e che, nel caso di una recensione, con un ritardo si ritroverebbe con un contenuto non dico superfluo ma poco ci manca. Dadobax è uno Youtuber, quindi ha il vantaggio del non obbligo di pubblicazione al Day 1, un normale redattore no.
Che tu sia però su Youtube, su un blog, su un sito o da qualsiasi altra parte, se recensisci un gioco ne fai un’analisi critica. Se poi ricevi monetizzazione per questa attività, e come sappiamo Youtube permette di monetizzare i video sopra una certa soglia di iscritti, allora è almeno un mestiere part time, quindi sì sei un critico e non vedo cosa ci sia di male.
In realtà io lo so cosa ci sta di male, perché sono anni che noi critici veniamo visti come venduti, incapaci, gonfiatori di voti e chi più ne ha più ne metta, soprattutto se lavoriamo nella stampa specializzata o su siti tematici in generale. Non sto assolutamente dicendo che Dadobax si sia chiamato fuori per questo, prima che si salti ad interpretazioni, però non è un mistero che noi critici abbiamo le dita puntate addosso h24 e, se non erro, anche lui è stato accusato di essere pro Sony o pro PC in passato.
In definitiva se si fanno recensioni o analisi, e si ricevono dei compensi tramite vari tipi di monetizzazione per questo, si è dei critici a tutti gli effetti. L’unica verità attendibile è il dover ascoltare sempre più voci, più critici appunto, perché solo in questo modo si può avere un quadro di insieme completo. In fondo siamo in tanti a fare bene questo lavoro, basta solo scegliere quelli giusti!
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