Halo Infinite se non fosse stato rimandato fino a Dicembre, e fosse quindi uscito magari un mesetto prima, avrebbe quasi sicuramente vinto il titolo di Game of The Year. Per settimane ci siamo detti come mancassero dei nomi veramente grossi e imponenti ai The Game Awards 2021, quando in realtà il big game è uscito anche se non in tempo per la premiazione.
Questione di nome o di reale qualità del prodotto? Halo Infinite non è ovviamente un gioco perfetto, ma ci sono vari motivi per i quali possiamo definire ottimo il lavoro di 343 Industries, oltre che un mix tra tuffo nel passato e salto verso il futuro. Iniziamo.
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La svolta (necessaria) di Halo Infinite
Come detto in un nostro precedente speciale, che puoi recuperare in calce a questo articolo, abbiamo parlato di come Halo Infinite fosse sulla carta una cambio di marcia netto rispetto agli ultimi capitoli. Una piega che era stata leggermente accennata in Halo 3 per poi essere proseguita in Halo 4 e 5, ossia una progressiva trasformazione in un prodotto molto meno profondo, più lineare e più votato all’azione. Uniformandosi così con gli fps che avevano successo a cavallo tra la metà della settima generazione di console e l’inizio dell’ottava, quindi per intenderci periodo Xbox 360 e Xbox One rispettivamente.
Ovviamente l’utenza più fedele era scontenta di questa deriva molto simile ai vari Call of Duty di turno, inoltre il fatto che sia degenerata proprio con il passaggio di testimone da Bungie e 343 Industries non faceva ben sperare per il futuro. Se ti stessi chiedendo “ma Bungie non sono quelli di Destiny?” la risposta è sì, sono proprio loro ed è anche per questo che Destiny ha un gameplay abbastanza simile a quello di Halo.
343 Industries ha quindi deciso di interrompere bruscamente la produzione di nuovi capitoli main line di Halo, restando per diversi anni senza annunciare nulla dopo il rilascio di Halo 5 nel 2015. Avevano bisogno di tempo per trovare la formula giusta, riproporre una versione 2.0 di Halo 2 per Halo Infinite non era abbastanza in fondo, quindi hanno preso la decisione più saggia: unire la formula dei vecchi Halo con la formula Ubisoft.
Che cos’è la formula Ubisoft?
Piccola parentesi doverosa, soprattutto se non sai di che cosa si sta parlando. Hai presente Assassin’s Creed, Far Cry e in generale tutti i titoli free roaming/open world rilasciati da Ubisoft negli ultimi 15 anni? Se li hai giocati tutti, almeno un capitolo per ogni serie, avrai notato che hanno una cosa in comune: la struttura della mappa impostata con punti di controllo/avamposti e luoghi da raggiungere/quest per sbloccare nuove porzioni di mappa.
Infine si aggiunge l’opportunity design, ossia la creazione di eventi pseudo casuali e procedurali nella mappa che danno spunti di gameplay. Per fare un esempio rapido, passeggiando in Far Cry si possono trovare dei nemici a bordo di una Jeep che passano vicino a te e, magari, ti vedono e ti attaccano. Quello è opportunity design.
Halo Infinite unisce la struttura della formula Ubisoft, che da sempre garantisce grande solidità a ogni esperienza di gioco open world, integrandola con il level design e il game design tipico di Halo. Il risultato che ne esce fuori è semplicemente grandioso, garantendo tante ore di intrattenimento per chi ama il genere.
Halo Infinite è quindi un capolavoro?
No, non lo è realmente. Il più grosso limite di Halo, sempre il solito da sempre, è la trama non brillante e a tratti molto banale. Halo Infinite passa da alcune sequenze anche abbastanza carine ad altre che sembrano prese da un episodio dei Power Rangers. Intendiamoci, a me Halo è sempre piaciuto pur se non ci sono cresciuto, personalmente ho giocato alla saga partendo dalla Collection dei capitoli precedenti al 5 nel 2016, giocando al quinto capitolo poco dopo. Però non nego che la trama non mi sia mai interessata poi troppo, ho semmai amato il gameplay da amante degli fps.
In fondo parliamo di videogiochi, quindi se il gameplay è fatto davvero molto bene non è un plot banale a rovinare l’esperienza di gioco. Certo, difficile nel 2021 sentire ancora la scarsissima, seppur iconica a suo modo, recitazione di Master Chief in lingua italiana (e non solo, anche in inglese), però rispetto la scelta di non aver cambiato il doppiatore dopo il primo capitolo, figlio di un’epoca dove i doppiaggi non erano sempre il massimo. Persino un capolavoro titanico come Half Life 2 aveva un doppiaggio a tratti aberrante, quindi non possiamo certo condannare Halo.
Se si passa sopra queste carenze però, unite a qualche piccola sbavatura qua e là, Halo Infinite risulta veramente un colosso del mondo fps. Un titolo che tra l’altro spinge non poco sul multiplayer, sia con le consuete modalità online competitive e sia con la possibilità di giocare la campagna in co-op come ai vecchi tempi. Insomma, Halo Infinite è un gioco grandioso che diventa di diritto, e senza alcun ma, il motivo definitivo per abbonarsi a Xbox Game Pass o a PC Game Pass. Dopo quasi 20 anni, Master Chief è tornato il trascinatore indiscusso di Xbox!
Cosa ne pensi di Halo Infinite? Ci hai già giocato o lo devi ancora provare? Dicci la tua con un commento se ti va! Ricordati di seguirci su Instagram per non perderti i nostri speciali, trovi quello precedente su Halo cliccando qui sotto!