Negli ultimi giorni, lo spettro del covid-19 è stato prepotentemente spazzato via dalle prime pagine dei media dalle proteste negli Stati Uniti d’America.
La causa è la brutalità della polizia nei confronti della popolazione nera, riemersa in superficie ancora una volta in occasione della morte di George Floyd.
Il mondo dei videogiochi non è rimasto in silenzio.
Giustizia per George Floyd: la community gaming fa sentire la sua voce
Da sviluppatori a case di produzione, passando per i giocatori stessi: la storia di George Floyd ha colpito nel segno in ogni angolo del mondo dei videogiochi.
Partendo dai grandi nomi, Riot Games e EA Sports hanno rilasciato dichiarazioni forti in supporto delle proteste.
“Troveremo un altro momento per parlare di football americano con voi” si legge alla fine della nota di EA. “Perché questo è più importante dello sport e ha bisogno che tutti noi ci uniamo e impegniamo a cambiare”.
E se dichiarazioni di questo genere si sono (fortunatamente) sprecate tra le grandi case di produzione e sviluppo dei giochi, una risposta più peculiare è arrivata dalla community di Nba2k.
Proteste in un videogioco? Inutili, direte.
E non avete tutti i torti. Nessuna importante autorità americana avrà passato la notte in bianco perché un gruppo di ragazzi hanno marciato in un quartiere virtuale.
Nonostante ciò, questo video è uno specchio della capillarità del sentimento che vive dietro la protesta. Persino i ragazzi, troppo giovani per partecipare a proteste che , in alcuni casi, si stanno trasformando in una vera e propria guerriglia urbana, hanno deciso di far sentire la loro voce in questo modo.
Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento!