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Pokémon Diamante e Perla remake: ora riconosco Pokémon – Editoriale

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Pokémon Diamante e Perla remake non sono giochi perfetti, hanno pregi e difetti sia di formula che di natura tecnica, ma sicuramente sono di nuovo dei giochi Pokémon veri e propri. Prodotti che rendono l’esplorazione, la libertà (seppur con dei limiti inevitabili) il senso d’avventura i loro pilastri principali.

Niente più corridoi piatti e scialbi dal punto A al punto B, niente più dungeoun la cui soluzione è intuibile ancor prima di entrarci dentro e, soprattutto, niente più pressione da parte del gioco per finirlo il prima possibile. Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, nel bene e nel male, sono quello di cui i fan di vecchia data avevano bisogno.

Diamante e Perla remake: come prima, più di prima

Giocare a Diamante e Perla remake è come tornare temporaneamente bambini. Per quanto ci siano dei contro fastidiosi per alcuni giocatori, dei quali parleremo tra poco, non cambia il fatto che questi titoli ti fanno sentire nuovamente come quando giocavamo su DS, con giochi che non ti tenevano per mano ma anzi ti ponevano davanti a una sfida. Superabile giustamente anche da un giocatore molto giovane, essendo un gioco Pegi 7, ma pur sempre una sfida anche solo minima.


Gli ultimi giochi Pokémon, non giriamoci troppo attorno, anche questo barlume di ostacolo tra giocatore e completamento del titolo non lo avevano. E se in Ultra Sole e Ultra Luna la difficoltà non era completamente azzerata, con Spada e Scudo si potrebbe finire tutto il gioco letteralmente cliccando il tasto A alla cieca dall’inizio alla fine. Rimanendo sull’esempio dell’ottava generazione, basti pensare come i Pokémon selvatici fossero perennemente più forti non solo di quelli degli allenatori ma anche, in alcuni casi, di quelli dei capipalestra!

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Non so tu ma nella mia testa lo vedevo così da bambino! – Fonte (TPCI)

In Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente questa cosa non accade mai. Devi sempre fare almeno uno sforzo per superare una sfida, quantomeno scegliendo i Pokémon giusti o le mosse giuste al momento opportuno. Non si può quindi solo cliccare alla rinfusa il tasto A, né ci sono combo spezza gioco come su Spada e Scudo (come Corviknight che aveva accesso sia ad Dynajet stab che a Tracotanza).

Al di là della mera difficoltà, comunque sia mai stata il vero fiore all’occhiello di Pokémon, a farla da padrone è finalmente di nuovo l’esplorazione e la libertà data al giocatore. Poter tornare in una mappa nella quale, dopo molto tempo, è possibile skippare anche due palestre di fila se lo si vuole, per poi magari farle in seguito. Una mappa che non è “scontata”, con molte aree totalmente opzionali quali l’Antico Chateau o la grotta nascosta sotto la pista ciclabile, la cui avvenuta o mancata esplorazione può influire sulla forza del proprio team in vista della sfida successiva. Un’esplorazione che premia il giocatore, senza mai però obbligarlo a farla e lasciandolo libero di scegliere.

Senza parlare dei vari luoghi non accessibili da subito, come quelli che richiedono MN specifiche per accedere a parti nuove o che si sbloccano al raggiungimento di alcuni obiettivi. Nulla di trascendentale, non parliamo certo di Breath of the Wild, ma sicuramente una dimostrazione pratica, soprattutto per i più giovani o per chi ha iniziato da XY in poi, di cosa ci ha fatti innamorare del franchise. Anche perché il concetto di aree nascoste o temporaneamente inaccessibili andava a braccetto con immaginazione, teorie e leggende metropolitane di ogni tipo. Questo ha reso Pokémon, a livello videoludico, ciò che abbiamo amato per anni, ed è anche ciò che rimpiangiamo da ormai quasi una decade.

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Per certi versi sembra quasi parodistico, ma non è malaccio! – Fonte (Pokemon.it)

Una mappa che non solo ha tante ramificazioni ma è anche fortemente interconnessa, essendo compatta ma anche ricca di luoghi da visitare. Il fare un giro lunghissimo per poi sbloccare il modo di attraversare una shortcut, tornando al punto di partenza dove magari c’è un Centro Pokémon per riposare e poi ripartire da dove si era rimasti utilizzandola. Questi ed altri concetti, riassaporati in Diamante e Perla remake, ci mancavano dannatamente!


Non tutto è rose fiori però..

Quella che sta per arrivare è una considerazione fortemente soggettiva, quindi non universalmente valutabile come un contro ma comunque, in alcuni aspetti, si potrebbe vedere tale anche oggettivamente. Parlo ovviamente dell’affection, feature introdotta in questi ultimi anni nella serie. Si tratta di una feature parallela alla friendship, e se prima erano due cose separate dall’ottava gen sono state unite.

In cosa consiste? Se useremo a lungo uno o più Pokémon, raggiungendo assieme a loro obiettivi chiave come la vittoria di una medaglia ad esempio, la friendship/affection con loro aumenterà sempre di più, attraverso un valore nascosto che va da 0 a 255. Arrivato al massimo punteggio di friendship, il Pokémon in questione guadagnerà dei bonus basati su rng (percentuali di possibilità).

Nello specifico si tratta dei seguenti bonus: percentuale di possibilità di evitare una mossa, a prescindere dalla sua precisione effettiva; percentuale di possibilità aumentata di infliggere un colpo critico; percentuale di possibilità di rimanere a 1 PS, a prescindere di quanti siano quelli rimanenti (un po’ come se si avesse una sorta di Bandana incorporata, leggermente più forte).

serie pokemon diamante
Quando ancora non potevi rimanere a 1 PS a caso – Fonte (Game Freak)

Qui si apre un discorso delicato, perché tecnicamente non è qualcosa di sbagliato. Nell’ottica di un casual o di un ragazzino/a è stupendo, perché simula la forza del legame di amicizia con i Pokémon che si vede nella serie animata, come il Pikachu o il Greninja di Ash che superano i loro limiti grazie ad esso (Greninja addirittura si trasforma). In termini di puro role play, che il proprio pupillo sia consapevole di esserlo e over performi per questo è dolcissimo, chiunque da piccolo avrebbe stravisto per questa meccanica (e non negarlo!).

Di contro, chi cerca una sfida più impegnativa o, magari, vuole giocare in Nuzlocke ha un abbassamento quasi incontrollabile della difficoltà. Ci sono i modi per ovviare, come ad esempio l’uso delle erbe medicinali che, essendo amarissime, hanno effetti molto forti al costo di un calo della friendship. Però è tedioso doverle applicare spesso, per quanto fortunatamente si trovino sin dalla città della seconda palestra, ossia Evopoli.

In questo Pokémon Diamante e Perla Remake differiscono molto dagli originali, dove la friendship non dava dei bonus in battaglia ma serviva solo per evolvere alcuni Pokémon (come Riolu, Budew o Happiny). Sarebbe stata utile, e questo è inopinabile, un’opzione in Diamante e Perla remake che disattivasse i bonus in battaglia. Una scelta in più non è mai sbagliata, nella peggiore delle ipotesi la si ignora senza conseguenze.

pokemon diamante e perla remake palestra lotta
Fonte (ILCA)

Così come non sarebbe stato sbagliato un Condividi Esperienza disattivabile. Anche in questo caso, grazie al box portatile, se si vuole livellare un Pokémon solo si possono boxare gli altri membri del team e inserirne un paio a caso per non rimanere con un Pokémon solo, ma costava tanto mettere l’opzione on/off? I problemi quindi ci sarebbero, dei contro fastidiosi seppur non troppo invalidanti e sicuramente non invalidanti per tutti. Anzi, se vogliamo, sono cose che preoccupano gli hardcore gamer e basta, una netta minoranza rispetto all’utenza che gioca Pokémon. Però sarebbe carino la si tenesse in considerazione, anche solo a partire dal prossimo capitolo. Una categoria che, si spera, potrà avere più pane per i propri denti con Legends.

In definitiva

Pokémon Diamante e Perla remake sono sicuramente giochi consigliatissimi, ma solo se sei o un appassionato (preferibilmente casual) o in generale un casual gamer, perché introducono a meccaniche e dinamiche poi approfondite in molti altri giochi. Concetti come esplorazione, libertà, narrativa per metà attiva e per metà sotto forma di lore opzionale e tanto altro. Del resto è grazie a Pokémon se la mia generazione (fine anni ’90) ha conosciuto il mondo dei videogiochi, innamorandosene perdutamente.

pokemon diamante e perla remake
Fonte (ILCA)

Spesso questa serie la si riempie di critiche, molto pesanti, che non sempre sono realmente meritate. La verità è che, facendo un parallelismo, sarebbe come criticare una serie animata tipo Yu Gi Oh o Dragon Ball per una scrittura a tratti troppo banale, con morali trite e ritrite. Si tratta di opere che introducono al “medium”, non certo ambiziose o con la pretesa di essere capolavori. Però, senza il Pokémon o il Dragon Ball di turno, magari non saremmo arrivati a giocare un Dark Souls piuttosto che vedere un Fullmetal Alchemist. Prodotti come Diamante e Perla remake vanno benissimo così come sono, se si vuole di più il mercato lo offre tranquillamente, quindi basta chiedere a Pokémon di essere qualcosa che non sarà mai. Siamo noi a essere cambiati, non cambierà lui per noi.


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Chi l'ha scritto?

Alessio Fuscà

Videogiocatore incallito da 17 anni, gioco al VGC di Pokémon dal 2017 e sono alla mia seconda qualificazione ai Mondiali di seguito. I videogiochi sono la mia passione e nella vita faccio il Game Designer come lavoro principale.