Mario + Rabbids Sparks of Hope è finalmente uscito per tutti e, da grande estimatore del primo capitolo, stavolta ho deciso di prendere il gioco al Day 1. La fiducia che avevo verso questo titolo era cieca, perché i ragazzi di Ubisoft Milano hanno ampiamente dimostrato col primo M+R di essere Game Designer con G e D maiuscole.
Aspettative rispettate? Forse è un pelino presto per dirlo, non l’ho giocato per più di alcune ore del resto, però posso già dire con certezza che questo gioco fa paura! Ecco perché.
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Mario + Rabbids Sparks of Hope e l’arte delle cose semplici fatte bene
Circa 5 anni fa Shigeru Miyamoto disse all’E3 che il primo M+R sembrava un gioco Nintendo, facendo commuovere il Creative Director Davide Soliani presente tra il pubblico in quel momento (e anzi che non è svenuto, perché io avrei fatto quella fine!). Mario + Rabbids Sparks of Hope non sembra un gioco Nintendo, questo titolo è ALLA PARI di un gioco Nintendo.
Cosa intendo dire? Che ogni singola meccanica, feature, interazione o dettaglio presente all’interno di M+R Sparks of Hope ha un significato, nulla è buttato lì a caso e tutto funziona alla perfezione. Non solo, aggiungerei che oltretutto ogni cosa funziona come dovrebbe funzionare!
Partiamo ad esempio dai mondi di gioco, trasformati da vere e proprie mappe con stage integrati in esse ad hub. Può sembrare un passo indietro ma era quello necessario per farne due se non tre in avanti. Trasformando le arene di battaglia in aree separate, accessibili interagendo con nemici o con punti specifici della mappa, i ragazzi di Ubisoft Milano hanno potuto avere maggiore libertà nel realizzare sia il Level Design degli hub che quelli delle arene, non dovendosi preoccupare di incastrare tutto quanto in modo coerente nella stessa mappa. Infine questa scelta fornisce maggiore flessibilità nell’alternare le fasi di gioco, prima troppo schematiche in quanto in ordine una dietro l’altra.
Gli hub ricordano molto quelli dei Super Mario 3D classici, con oggetti interattivi, piccoli e semplici puzzle ambientali e vari collezionabili sparsi in ogni dove che, oltre a fornire valuta di gioco come le monete, guidano silenziosamente il giocatore verso determinati punti di interesse stile briciole di Pollicino. Come detto ci sono anche vari nemici che rappresentano battaglie abbastanza semplici, mentre gli ostacoli come gli “oscutiferi” o altri punti di interesse portano a scontri un po’ più elaborati. E a proposito degli scontri di Mario + Rabbids Sparks of Hope, parliamo un po’ del gameplay!
Mario + Rabbids Sparks of Hope cambia pelle
Il primo M+R Kingdom Battle era un gioco strategico a turni basato su arene divise in caselle, un po’ alla Fire Emblem se vogliamo, quindi pur avendo le sue indubbie peculiarità aveva una struttura piuttosto classica. Non si può dire lo stesso di Mario + Rabbids Sparks of Hope che per svecchiarsi ha deciso di abbandonare del tutto le caselle, sostituendole con delle aree di movimento libero per ogni personaggio in base a dove si trova nella mappa.
Può sembrare una differenza sottile ma in realtà rende il tutto molto meno schematico, dando molta più libertà d’azione al giocatore sia come sensazione e sia all’atto pratico. Morirei dalla voglia di parlare di bilanciamento di gioco, progressione e tutti gli aspetti a me cari in un’analisi ma, come detto, ho giocato solo poche ore per il momento quindi non è il caso.
Quello che invece posso dire con certezza è che Mario + Rabbids Sparks of Hope è dannatamente piacevole da giocare, ogni volta che lo apro vorrei poterci giocare per 10 ore di fila. Si tratta di un gioco sì impegnativo, perché comunque bisogna ragionare sulle mosse da fare, ma allo stesso tempo è anche rilassante e quindi stimola a giocarci per più ore di fila senza stancarsi.
L’unica cosa che mi sento di “rimproverare” a Mario + Rabbids Sparks of Hope è l’assenza di bonus alla fine della battaglia, e provo a spiegare cosa intendo. La maggiore libertà d’azione menzionata prima rende il gioco sì stimolante ma non poi troppo, perché anche sbagliando uno o due turni comunque hai sempre mille modi per riposizionarti a dovere, e quando si vince uno scontro si viene semplicemente ricompensati con monete e astroschegge. Sarebbe stato carino, probabilmente, aggiungere bonus sostanziosi se si finiva una battaglia nel numero minimo di turni per esempio, o cose di questo tipo.
Alt, magari questa feature arriva nelle ore successive oppure, più banalmente, l’alzarsi della curva di difficoltà rende ugualmente gli scontri avvincenti abbastanza, però per quanto sia una cosa ricorrente di ogni gioco del genere i bonus li avrei apprezzati, tutto qua.
Per il momento è tutto! Se non vuoi perderti i prossimi speciali su Mario + Rabbids Sparks of Hope e tanti altri giochi, ricordati di seguirci su Instagram! Trovi uno degli ultimi usciti cliccando qui sottto!