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Elden Ring: un open world atipico – Impressioni a caldo

lore di elden ring donna incappucciata

Elden Ring è finalmente disponibile negli store, digitali e non, e moltissimi videogiocatori si sono già catapultati nelle terre dell’Interregno! Molti su console, come per esempio PS4 o PS5, altri invece su PC come nel mio caso. Ecco, se hai anche tu intenzione di prenderlo su PC, arriva fino alla fine dell’articolo perché ci sono delle cose che devi sapere.

Per il momento però tralasciamo le questioni sulle piattaforme e torniamo al gioco in se. Elden Ring non si può analizzare dopo meno di 10 ore di gioco, però c’è un aspetto che si può, e mi piacerebbe, trattare in queste impressioni a caldo: il fattore Open World!

Le differenze tra Elden Ring e gli altri Open World

Quando parliamo di Open World, soprattutto negli ultimi 10 anni circa, la prima cosa che viene in mente è la cosiddetta formula Ubisoft. Ne abbiamo parlato più volte in precedenti editoriali, come quello su Halo Infinite per esempio, però Elden Ring decisamente non tiene troppo in considerazione le linee guida di quella formula.


Non ci sono vere e proprie quest e side quest/incarichi terziari sparsi nella mappa, non ci stanno NPC che ti danno un incarico e ti appare il segnalino su dove andare, né c’è bisogno di scalare una torre di controllo/una creatura come su Horizon per sbloccare info visive sulla mappa. Elden Ring si comporta sin da subito come un Souls, a tutti gli effetti, con la componente Open World che, più che essere centrale, risulta quasi secondaria.

Anche la percezione della mappa è differente. La sensazione è quella di un mondo di gioco nudo e crudo, con lande molto vaste e una spiccata verticalità in alcuni tratti, un level design quindi convincente. Però non si tratta di una “terra delle opportunità”, potremmo dire che l’Opportunity Design è sfruttato più in salsa Souls che in salsa classica. Cosa, intendiamoci, non necessariamente negativa.

elden ring combattimento
Fonte (From Software)

Ciò che forse mi ha fatto un po’ storcere il naso, per certi versi, è il poco valore che viene dato da componenti come la caccia e, soprattutto, la raccolta di materiali come fiori o erbe di vario tipo. Tutti materiali indirizzati al crafting, ma l’utilità non è ben chiara sin da subito. Del resto il gioco stesso non rende evidenti gli utilizzi di certi strumenti nelle prime battute, e dopo circa 8 ore di gioco io stesso non ho ancora capito, almeno non completamente, perché dovrei raccogliere certi materiali e non tirare dritto nella mia esplorazione.

Per usare uno dei giochi citati prima come esempio, Horizon Forbidden West ti fa capire subito a cosa serve cosa. I frammenti di metallo sono valuta da scambio, oltre che materiale primario per craftare le frecce; pelle e ossa degli animali servono per l’equipaggiamento; la carne è un ingrediente per fare pozioni e, volendo, anche piatti per buff temporanei e così via. Questo perché nelle primissime ore, che hanno ovviamente lo scopo di far da tutorial, Horizon ti pone davanti situazioni dove impari tutti questi concetti.

Elden Ring anche in questo, se vogliamo, fa la parte del Souls. Non ti spiega praticamente nulla che non sia collegato ad azioni base e fondamentali, come l’uso dell’inventario o le basi del combattimento. Io sono un giocatore navigato, e continuo a raccogliere a più non posso sapendo che prima o poi servirà tutto, ma un player meno smaliziato potrebbe ignorare le risorse che in quel momento non gli sono utili.


elden ring george rr martin
Lo giocherai? – Fonte (Bandai Namco)

Quali benefici ha il gameplay?

Sappiamo bene quanto Hidetaka Miyazaki, Lead Director di Fromsoftware, sia un grandissimo ammiratore di The Legend of Zelda, non ha mai fatto mistero del resto di ispirarsi molto alla saga di Nintendo per i suoi Souls. Elden Ring non fa eccezione, per certi versi lo potremmo definire un ibrido tra i Dark Souls e il primissimo Zelda, quello per NES.

Il primo Zelda infatti, e potrebbe farti sorridere la cosa, è a tutti gli effetti un Open World. La mappa era “unita”, non erano certo livelli i riquadri dove si giocava, e tendenzialmente da un momento all’altro si rischiava di perdere la via maestra, andando incontro a pericoli insormontabili in determinati momenti di gioco.

In Elden Ring la via maestra è chiara perché sono i nuovi falò, chiamati Grazie, che con un fascio di luce ti indicano la direzione da seguire (e lo fanno anche sulla mappa nel menu). Però è comunque difficile valutare l’entità dei pericoli presenti altrove, con mostri apparentemente troppo più forti di noi, che invece sono abbordabili, e altri apparentemente abbordabili che si rivelano essere letali.

elden ring
Fonte (From Software)

Lo squilibrio dei mostri che compongono il mondo di gioco, unito a un genere che tende a non dare poi molte informazioni al giocatore, rende Elden Ring meno leggibile e sicuramente peggiore della serie Dark Souls in questo aspetto. Persino il primo Dark Souls, che della sua trilogia è il gioco più simile al concetto di Elden Ring (mondo esplorabile e interconnesso con insidie di vario tipo) è comunque molto più leggibile in termini di pericolosità delle creature, rapporti di forza e così via.

Ci sono state delle migliorie a livello di gameplay, che però devo ancora approfondire prima di poterle valutare appieno. Nonostante questo però, se consideriamo la sola influenza apportata dall’open world, l’esperienza di gioco risulta meno a fuoco a causa sua. L’ho già detto e lo ripeto, meno di 10 ore di gioco che per un Souls non sono nulla, però per migliorare servirebbe un grosso cambio di direzione, oppure una soluzione di contro bilanciamento non ancora accessibile in early game. Beneficio del dubbio quindi, per ora.

Intanto su PC…

Chiudiamo con una piccola considerazione sulla versione per PC. Elden Ring su questa piattaforma ha alcuni problemi di ottimizzazione, con cali di framerate decisamente evidenti, freeze, e vari glitch visivi soprattutto presenti sul fogliame degli alberi. Non una situazione idilliaca quindi, considerando che io personalmente gioco con:
– intel i7-10700k
– Nvidia RTX 3070
– 32 gb di Ram
– archiviazione su SSD

Sono problemi che si manifestano a dettagli risoluzioni più alte e, soprattutto, se si vedono in ottica del “volere i 60 fps”, quindi quanto detto nella guida di ieri per i PC di fascia bassa rimane (trovi il link in calce all’articolo). Però serve assolutamente una patch che aggiusti questi problemi, non sarebbe opportuno aspettare di nuovo un “DSFix” fatto da un utente a caso.


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Chi l'ha scritto?

Alessio Fuscà

Videogiocatore incallito da 17 anni, gioco al VGC di Pokémon dal 2017 e sono alla mia seconda qualificazione ai Mondiali di seguito. I videogiochi sono la mia passione e nella vita faccio il Game Designer come lavoro principale.