Atelier Sophie 2 è quel classico videogioco che magari non è adatto a tutti, e ci sta, però per la fetta di pubblico alla quale si rivolge è pressoché perfetto, sotto ogni possibile punto di vista. Mi riferisco ovviamente ai giocatori incalliti di JRPG, ossia i GDR di stampo giapponese, che però vogliono un’esperienza di gioco diversa dal solito.
Questa non è una recensione, però oggi parliamo del perché Atelier 2 è un must buy per tutti gli appassionati del genere e, perché no, anche per coloro che masticano di meno i JRPG!
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Definire profondo Atelier Sophie 2 è riduttivo
Quando si pensa alla formula di un JRPG fatto con tutti i crismi, di solito, si ha l’idea di un gioco molto profondo, pieno di piccole meccaniche e feature che arricchiscono l’esperienza di gioco, le build e così via. I JRPG fatti davvero bene, poi, sono quelli che permettono un’esperienza di gioco godibile anche senza andare troppo a fondo, rendendola invece meravigliosa per chi ha la voglia di scavare e di non accontentarsi. Atelier Sophie 2 corrisponde appieno a questa descrizione!
Andiamo però con ordine, cosa si fa in Atelier Sophie 2? Il concept di base è quello dell’alchemia, anche se intesa in modo leggermente diverso da come viene presentata in opere come Fullmetal Alchemist. La protagonista dell’avventura, Sophie, è una giovane alchemista ed è sempre alla ricerca di nuove ricette per le sue creazioni. Non approfondirò in questa sede la trama in quanto non è il punto del discorso, ma ti basti sapere che è molto godibile.
La parte difficile ora è riassumere a grandi linee tutte le attività di Atelier, contestualizzandole in un unico flow di gioco, dato che sono tante e quasi tutte hanno piccoli tutorial appositi direttamente in gioco (rendendo inutili le nostre Guide alle basi del gioco, maledetti! Ovviamente si scherza).
In soldoni, tutto parte dalla necessità di trovare una nuova ricetta nel Recipes Tree, una sorta di reinterpretazione dello skill tree. Le main quest della storia principale saranno disponibili man mano che si sbloccano nuove ricette, quindi non progredire in tal senso bloccherà le main quest.
Per sbloccare nuove idee per le ricette Sophie deve raccogliere i giusti ingredienti, riportati nel Recipes Tree per le prossime ricette da sbloccare, dovendo quindi avventurarsi nelle zone di overworld. In overworld si possono sia combattere nemici (con un combattimento a turni molto figo a mio avviso), per farmare punti exp e materiali, e sia raccogliere i materiali stessi direttamente da terra, dalle piante, dagli alberi e così via.
Quando si hanno nuove ricette si usano i materiali per creare nuovi oggetti utili, siano essi curativi, equipaggiamenti oppure oggetti per l’esplorazione. Non si tratta però del solito crafting, qui subentra infatti la vera gimmick di Atelier Sophie, ossia la sintetizzazione alchemica. Non basta semplicemente avere gli ingredienti per creare gli oggetti, bisogna completare un minigioco puzzle.
Il minigioco in questione ha una profondità tale che è impossibile spiegarla in breve, dovrei per forza omettere qualcosa, ed è forse il tutorial più lungo del gioco quello che gli hanno dedicato. Sappi solo che dalla buona riuscita del minigioco, in ogni sua fase, dipendono qualità dell’item finale, caratteristiche bonus aggiuntive e proprietà elementali per usarlo a sua volta in alchemia.
Non esiste quindi un solo modo di fare una spada, ad esempio. Una spada può venir fuori con bonus in Atk e PM, un’altra quando si fa l’attacco base può far sferrare un colpo in più, un’altra ancora da un bonus a un’altra statistica e così via. Non a caso eh, bada bene, se sei bravo con la scelta dei materiali, degli elementi a essi legati e così via. puoi arbitrariamente decidere quali bonus avere.
E come se non bastasse…
A tutto questo aggiungici la possibilità di comprare materiali aggiuntivi dai mercanti; un personaggio che, sotto pagamento, può duplicare i materiali; un sistema di sub quest pieno di incarichi secondari, dall’uccidere un tot di nemici di un certo tipo a consegnare un oggetto o un materiale specifico, in un numero altrettanto predefiniti; delle quest per il party, che aumentano la friendship con i personaggi per bonus aggiuntivi, oltre che a fornire punti abilità da spendere per avere altri bonus.
Potrei andare avanti letteralmente per ore, anche in sede di recensione se non mi dessi un limite verrebbe fuori una tesi di laurea! Senza poi contare un comparto grafico davvero molto carino, ovviamente stile anime giapponese, e delle ottime musiche.
Qualche difettuccio minore c’è, in primis una fisica degli abiti da PS3 e un cap a 30 fps anche su PC e PS5, però non è di certo qualcosa che rovina l’esperienza di gioco (anche perché i 60 fps non sono importanti in Atelier Sophie 2).
Un Atelier Sophie 2 che si è rivelato essere un JRPG pazzesco, senza mezzi termini, per tutti i motivi dei quali ti ho parlato. Ripeto, se non sono sceso realmente nel dettaglio è solo perché sarebbe stato concretamente impossibile, in un contesto come quello di un editoriale, ti consiglio comunque di prenderlo a scatola chiusa qualora ti piacesse il genere. Per certi versi, e per la nicchia alla quale si rivolge, è tranquillamente del calibro di un Goty.
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